Il Tirreno Prato
Al Macrolotto una coltivazione di funghi dai fondi caffè
Sbarca a Prato l’iniziativa di un agronomo di 30 anni che a Capannori è già una realtà e che rappresenterà la Toscana ad Expo 2015
di Maria Lardara
PRATO. Metti una coltivazione di funghi in un ex capannone industriale del Macrolotto, senza sfruttare un briciolo di terra. Funghi che crescono… dai fondi di caffè. Utopia? No, è la nuova frontiera dell’agricoltura urbana che l’agronomo trentenne Antonio Di Giovanni, vuole fiutare anche a Prato dopo aver fondato a Capannori “Funghi Espresso”, la start-up selezionata dalla Regione Toscana per Expo 2015. L’idea alla base è semplice ma efficace: riciclare i fondi di caffè dei bar, che vengono ritirati da “Funghi Espresso” anziché finire nella spazzatura, per coltivare funghi da portare sulla tavola come squisito contorno a chilometro zero.
“Si tratta di un modello produttivo replicabile altrove – spiega Di Giovanni che in questa avventura imprenditoriale è affiancato dal socio Vincenzo Sangiovanni – perché non presuppone il consumo di terra bensì l’utilizzo di una struttura al chiuso. Del resto, a Capannori la nostra attività sorge negli spazi di un ex calzaturificio. La realtà di Prato, che ha tanti insediamenti produttivi non utilizzati, potrebbe scoprire una nuova vocazione di agricoltura urbana, per questo potremmo essere interessati a valutare opportunità del genere in questo territorio”.
Non è casuale la presenza dell’imprenditore Di Giovanni, in tasca una laurea in agraria, al dibattito promosso dal consigliere regionale Rudi Russo e intitolato “Agricoltura: tra futuro e rilancio del territorio pratese” (sabato 28 all’ex chiesino di San Giovanni). Per avviare una versione pratese di “Funghi Espresso” (oltre a Capannori è stata aperto anche uno stabilimento produttivo in provincia di Napoli) non occorrono chissà quali dimensioni: basta un capannone di 300 metri quadrati e 4 metri di altezza per trapiantare una produzione di funghi dagli scarti del caffè.
“Ciò che conta è la filosofia del rifiuto (in questo caso il fondo del caffè, ndr) come risorsa: non avremmo mai aperto la nostra start-up, oggi pienamente operativa sul mercato, senza un rapporto privilegiato con l’amministrazione di Capannori sul tema smaltimento dei rifiuti. Purtroppo in tanti Comuni l’organico finisce nell’indifferenziato”. I funghi “riciclati” vengono venduti nei ristoranti, per i gruppi d’acquisto solidali e nel circuito dei mercatini “Campagna Amica”. L’iniziativa imprenditoriale trova intanto una sponda nel consigliere regionale del Pd, il pratese Rudi Russo.
“Siamo alla vigilia di Expo 2015, dedicato com’è noto ai temi dell’alimentazione e dell’agricoltura – afferma Russo nel presentare il convegno di sabato 28 febbraio – . Anche a Prato, realtà storicamente industriale, dobbiamo avere l’intelligenza di guardare con attenzione a queste realtà e sostenerle in un quadro economico che si sta modificando. Due fatti nuovi, in particolare, sono lo spunto per creare dibattito:
l’introduzione dell’indirizzo agrario all’istituto Datini e l’istituzione del Parco agricolo della piana da parte della Regione Toscana. Un’occasione, quindi, per riflettere sulle produzioni agroalimentari pratesi e le sue eccellenze, ma anche sull’importanza della formazione agraria”.